-- ODE TO THE GOTH --
Non Sequitur Requiem Series N°1
2018\2019
Credits by "The Great" Ygor Kowalvsky "From the most Legendary Self Eco-Publishing Trio " Libri Finti Clandestini Ladies and Gent!
Non fosse altro che per l’eccezionale capacità di osservazione delle cose,
o per le tempeste cromatiche delle luci e delle ombre che deformavano i soggetti rappresentati,
come una conseguenza del sentimento. (...)
Tutto questo trasformava qualunque oggetto della rappresentazione in un fantasma poetico
che eccitava l’immaginazione e colpiva l’osservatore come un problema vivissimo dell’attualità;
anzi della sua propria individuale ed esistenziale coscienza di osservatore.
(Luigi Ficacci, “Piranesi”, 2000)
Ho scelto di omaggiare e introdurre al lettore l’opera di Riccardo Sala, Ode al Gotico, con un commento di Luigi Ficacci all’opera del grande incisore Giovanni Battista Piranesi: uomo straordinariamente eclettico, che con le sue vedute ha influenzato in maniera definita un certo modo di vedere il mondo antico. Non semplici paesaggi, ma luoghi “utopici” che raccontano la storia presente e passata, mostrando l’immaginario complesso di simboli e temi che si annidano nelle mente di un incisore, architetto e teorico del Settecento... Riccardo me lo ricorda molto.
Quando lui osserva il nostro mondo vede “in gotico”. Finestre, chiavi, calici, piume, città, paesaggi, tutto nel suo immaginario visivo passa per questo filtro e si trasforma. Che si tratti di un murale, di un quadro, di una scultura o di un’incisione non importa, l’ossessione rimane la stessa, cambia solo la profondità con cui l’artista porta avanti la sua ricerca. Certo non mancano i toni “dark”, come piace definirli a me e Riccardo, ma solo sulla superficie, perché guardando attentamente ogni suo lavoro ci si rende conto che la morte è costantemente esorcizzata da tutti questi elementi, così da permetterci di vedere oltre, di immaginare da soli cosa possa esserci al di là.
Questi disegni di reminiscenza figurativa, sembrano asservirsi della libertà che solitamente concede il genere astratto. Per contenerli l’artista ha realizzato tre cofanetti a modi lapide, invitandoci ad instaurare con l’opera un rapporto viscerale, intimo; e trattando con profondità ed altrettanta ironia la morte stessa. C’è chi rimarrà turbato e chi invece avrà il coraggio di diseppellire questo immaginario.
Rifacendosi alla tradizione funebre dei reliquiari e di antiche usanze come quella egizia, l’artista ha posto al loro interno una serie di acqueforti e acquetinte su zinco, quali testimonianze visive della sua poetica, insieme ad altri oggetti mistici come il legno chiamato comunemente “palo santo”. Ad aumentare l’aura di sacralità è il virtuosismo tecnico con cui è stato creato ogni componente dell’opera: dai cofanetti ricamati in caratteri mobili stampati in oro su carta grigia, alla precisione con cui sono state realizzate tutte le incisioni.
Riccardo senza paura ha deciso di condividere con lo spettatore la sua “ode alla vita”, perché ciascun disegno porta con sé la traccia di un ricordo esperienziale e visivo vissuto, come tipico del suo fare artistico. Ed è così che nostalgico, dark, malinconico, ansioso, diventano accezioni positive nella sua opera. Nuovi strumenti per guardare con un poco più di genuina sincerità ai piccoli dettagli del quotidiano.
Elisabetta Rastelli
Ode alla Luna, Acquaforte e Acquatinta, mm 200 x 100
Ode a Roma o Ode a… , Acquaforte, mm 120 x 70
Ode alla Betulla, Acquaforte, mm 90 x 60
Ode alla Porta, Acquatinta, mm 100 x 70
Ode a Henry David Thoreau, Acquaforte e Acquatinta, mm 115 x 95
Ode al Vino, Acquaforte, mm 125 x 100
Ode a Iasi (Romania), Acquaforte, mm 120 x 80
Ode a Schwartz, Acquaforte, mm 130 x 100
Ode, Acquaforte e Cera Molle, mm 70 x 70
Ode a Gianni Rodari, Acquaforte, mm 155 x 95
Ode alla Notte, Acquaforte e Acquatinta, mm 125 x 80
Ode al Nulla, Acquaforte, mm 140 x 60
Ode a Duccio, Acquaforte, mm 150 x 70
Ode alla Luce, Acquaforte, mm 95 x 30
Le opere sono state incise su zinco ad eccezione di Ode a Schwartz - incisa su rame - e stampate dall’artista presso la Fondazione il Bisonte di Firenze. Colophon stampato a caratteri mobili da 5X Letterpress, Saronno (VA). Cofanetto ideato e realizzato dall’artista.
1\3 - 3\3
Firenze, 2018\2019